Sono tornata nel mondo dei vivi! :)
E sono tornata con un'ottima ricettina degli chef di VeroTv: eccola qui!
Ingredienti:
250 gr di patate bollite e schiacciate
80 gr di farina
3 uova
sale
pepe
80 gr di parmigiano
60 gr di bacon
Preparazione:
Impasto le patate con la farina, regolo di sale e formo degli gnocchi. Tosto in padella il bacon. In una bacinella sbatto i tuorli con il parmigiano, il pepe e un goccio di acqua calda.
Cuocio gli gnocchi in acqua salata e li salto in padella con il composto di uova e il bacon.
Vi abbraccio, tutte e tutti!
Monnyb
giovedì 15 novembre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
giovedì 18 ottobre 2012
Terra Madre
Ho conosciuto slow food alcuni anni fa e sono rimasta molto colpita dalla serenità d'animo del suo fondatore, “Carlin” Petrini, che nel lontano 1986 a Bra ha voluto contrapporsi al dilagare della filosofia del fast food ( cibo veloce ).
Non è un caso che il simbolo di slow food sia una lumaca: una lumaca che si
erge a difesa del diritto di tutti di vivere il pasto (e più in generale tutto ciò che riguarda
l’enogastronomia) come un piacere.
Nel 1999 nascono i primi presidi slow food, con lo scopo di
salvaguardare le eccellenze gastronomiche. In un primo momento si focalizza su quelle locali, poi amplia il raggio d'azione anche sulle internazionali, minacciate dal degrado dell’ambiente e dall'agricoltura intensiva e industriale.
Dalla giusta evoluzione, nel 2004, nasce Terra Madre che
realizza una parte della filosofia di slow food: La valorizzazione dei territori e
il recupero di tecniche e mestieri che
fanno parte della tradizione, del passato, ma che possono e devono continuare a far parte
anche del nostro futuro.
Una concezione e una filosofia che molto mi accomuna con
questo mondo, con ciò che normalmente cerco di trasmettere a chi mi segue e mi
ascolta... Il Monnypensiero è quasi sempre rivolto alle eccellenze e, come Terra Madre, anch’io cerco sempre
di proporre lo scambio di conoscenze, di esperienze e di idee nuove cercando di
creare curiosità nelle persone che si avvicinano al campo dell’enogastronomia.
Difendere l’agricoltura locale è un altro argomento che ci
accomuna: qualunque sia il paese o il luogo di provenienza, i prodotti della terra devono
essere di qualità superiore, devono servire per migliorare le condizioni di vita
delle popolazioni, coinvolgendo le varie etnie e promuovendo uno scambio tra
diversi mercati e paesi.
Il motto di Terra Madre è :
BUONO,
perché il cibo artigianale è più buono
PULITO,
perché è anche ecocompatibile
GIUSTO,
perché promuove lo sviluppo locale di tanti invece di quello industriale,
che appartiene sempre a pochi.
Un motto che deve poter essere patrimonio di
tutti.
E con questo motto, che spero possiate fare vostro, ognuno a modo suo, vi abbraccio: tutte e tutti.
domenica 14 ottobre 2012
Melanzana
La melanzana venne introdotta in Sicilia dagli Arabi intorno al 1400: ancora oggi è lì che avviene la coltivazione più intensa di questo ortaggio in Italia, con il 30% della produzione nazionale.
Nel medioevo si pensava fosse una pianta velenosa e malefica; forse influì la grande superstizione di quei tempi verso le cose nere e buie, o forse fu per il suo sapore aspro... fatto sta che si pensava producesse febbre ed epilessia .
Ne troviamo di varie forme e colore:
Le melanzane rotonde sono perfette per le preparazioni che necessitano di essere cotte a fette, quelle allungate sono indicate per farle ripiene.
Comprare
Bisogna far attenzione che il picciolo sia ancora attaccato, di colore verde brillante e senza parti secche; la buccia deve essere liscia e tesa priva di ammaccature, parti nere o ammuffite, e la polpa soda: la presenza di una protuberanza alla base indica che la polpa è compatta e con pochi semi.
Conservare
Possono essere conservate in frigorifero, nel cassetto delle verdure, per 4-5 giorni (meglio se integre e con il picciolo), oppure congelate a fette dopo essere state sbollentate.
Se le mettiamo sott’olio vanno lavate fatte a fette, lasciate in uno scolapasta con il sale affinché buttino fuori l’amaro, sbollentate in acqua e aceto per 3 minuti e poi messe nei vasi e coperte di olio .
La melanzana è un ortaggio preparato in svariati modi nelle nostre cucine: si utilizza sott’olio e sott’aceto per gli antipasti, o formando dei saporiti involtini; nei primi piatti di pasta o nella parmigiana, nelle melanzane ripiene, fritte, grigliate o impanate.
Nell'antichità veniva consumata conservata in salamoia e arricchita di spezie aromatiche e piccanti.
Curiosità
La sua buccia contiene sostanze benefiche per fegato, pancreas e intestino. Tanti la friggono come le patatine, tagliata sottilissima
domenica 7 ottobre 2012
Brie
Il brie è uno dei formaggi francesi più noti e apprezzati. Deve il suo nome all'omonima valle dove viene prodotto, la piana di Brie, circa 50 km a est di Parigi. Ha un colore chiaro e una caratteristica muffa di colore bianco in superficie.
Il Brie è un formaggio di latte vaccino crudo (ossia la temperatura del latte non supera mai i 37 gradi durante le fasi di lavorazione), a pasta molle e crosta fiorita, il cui metodo di produzione è molto simile a quello del Camembert; la differenza principale consiste nel periodo di stagionatura, che nel caso del Brie risulta essere più lungo, esattamente il doppio, di quella del formaggio Camembert.
Dopo la cagliatura, il latte viene lasciato coagulare per almeno 18 ore. La cagliata viene posta manualmente in stampi con un mestolo e lasciata sgocciolare per circa 36 ore. Una volta tolto dalle forme, il formaggio viene salato a secco manualmente e poi messo in cantine a stagionare per circa 8 settimane.
La caratteristica crosta del Brie si forma in seguito al trattamento del formaggio con muffe speciali che formano una patina esterna bianca che non è dannosa per la salute, per cui questo tipo di formaggio viene mangiato per intero, crosta compresa.
Il Brie è un formaggio di latte vaccino crudo (ossia la temperatura del latte non supera mai i 37 gradi durante le fasi di lavorazione), a pasta molle e crosta fiorita, il cui metodo di produzione è molto simile a quello del Camembert; la differenza principale consiste nel periodo di stagionatura, che nel caso del Brie risulta essere più lungo, esattamente il doppio, di quella del formaggio Camembert.
Dopo la cagliatura, il latte viene lasciato coagulare per almeno 18 ore. La cagliata viene posta manualmente in stampi con un mestolo e lasciata sgocciolare per circa 36 ore. Una volta tolto dalle forme, il formaggio viene salato a secco manualmente e poi messo in cantine a stagionare per circa 8 settimane.
La caratteristica crosta del Brie si forma in seguito al trattamento del formaggio con muffe speciali che formano una patina esterna bianca che non è dannosa per la salute, per cui questo tipo di formaggio viene mangiato per intero, crosta compresa.
mercoledì 3 ottobre 2012
Gambero
Il gambero ha una lunghezza compresa, normalmente, tra i 7 ed i 20 cm (al di sotto dei 10 viene denominato “gamberetto”) ed è ricoperto da una corazza non troppo robusta di colore rosso-arancione. Si adatta alle situazioni climatiche più difficili e può anche avere dei periodi di letargo.
I gamberi di mare e si distinguono da quelli di fiume sia per la morfologia che per le dimensioni: quelli di mare hanno dimensioni maggiori e chele più poderose: una più grande per rompere, l'altra più minuta utile per afferrare le prede. Questa specie si può trovare al largo della Turchia, dell'Inghilterra, della Francia, dell'Italia o della Norvegia. Nel Mediterraneo possiamo trovare un gambero che deve il suo nome al figlio di Apollo, Aristèo.
Con il termine gamberetto si intende invece un sottogruppo dei gamberi che si differenziano da questi perché sono più piccoli, non non hanno le chele e sono lievemente schiacciati lateralmente; di colore trasparente, con sfumature grigie-marroni, il gamberetto si sposta rapidamente attraverso la contrazione dei muscoli addominali-dorsali. I gamberetti possono essere sia di mare che di fiume.
I gamberetti oceanici invece sono gamberetti per modo di dire: possono superare i 60 cm di lunghezza!
Comprarli
Bisogna prestare particolare attenzione alla corazza di gamberi e gamberetti: non deve presentare macchie scure e non si deve separare con troppa facilità dalla carne, perché vorrebbe dire che il prodotto è poco fresco; positivo è invece che il corpo sia rigido e sodo.
Il profumo naturale del gambero è molto delicato: vietato comprare gamberi che odorino di ammoniaca!
Conservarli
I gamberi sono molto delicati: vanno quindi consumati il prima possibile. Li si può conservare in frigorifero in sacchetti alimentari o pellicola trasparente per non più di un giorno.
In alternativa, se freschi, li possiamo surgelare a una temperatura intorno ai -18°C: nel compiere quest'operazione è meglio accertarsi di aver rimosso più aria possibile prima di chiudere il sacchetto che li contiene.
Consumarli
Bisogna evitare le cotture lunghe, perché altrimenti la carne diventerà asciutta e dura.
Il gambero è ricco di fosforo, potassio, sodio e vitamine, specie la A e la D; ha un contenuto limitato di colesterolo!
Curiosità
Il gambero compare frequentemente negli stemmi, in quanto simboleggia la proprietà di corsi d’acqua e quindi di potere. È rappresentato spesso di un colore rosso vivo, in posizione montante, vale a dire con la testa in alto e di postura eretta.
lunedì 1 ottobre 2012
Pane pugliese
Già i nostri antenati primitivi impastavano la farina che si otteneva dai cereali macinati, ma furono gli Egizi a scoprire per caso la lievitazione: si accorsero che lasciando il composto all'aria e cuocendolo il giorno dopo, il composto cotto risultava più morbido. I Greci, poi, all'iniziale composto di farina e acqua iniziarono ad aggiungere altri prodotti come il latte, le spezie, eccetera e furono loro ad istituire i primi forni pubblici. Seguì l'introduzione del lievito di birra e delle farine di alta qualità, fino ad arrivare ad oggi.
La farina più usata è quella di frumento ma attualmente ci sono farine di mais, soia, riso, orzo, ecc.
Il lievito può essere di birra o naturale, mentre l'acqua per l'impasto deve essere senza cloro o possibilmente minerale.
Il sale che si utilizza è il sale marino grosso, che viene fatto sciogliere con un po' di acqua e aggiunto a parte all'impasto per evitare che blocchi la lievitazione.
Il Pugliese è il pane tipico della Puglia, di grossa pezzatura (fino a 3 chilogrammi). Il giorno dopo l'affettatura è ancora più buono!
Si può fare in casa :
Ingredienti:
2 Kg di semola di grano duro
50 gr di lievito di birra fresco
10 gr di malto
40 gr di sale grosso.
Procedimento:
Sciolgo il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Sciolgo il sale in mezzo bicchiere di acqua. Metto la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungo il lievito sciolto, il sale sciolto e il malto; lavoro bene l'impasto fino a quando risulta ben omogeneo, poi lo copro con un canovaccio pulito ed asciutto e lo lascio riposare per circa 2 ore.
Riprendo la pasta lavorandola bene, poi la divido in pagnotte e le lascio lievitare per circa un'ora.
Con un coltello faccio delle incisioni sulla parte superiore di ogni pagnotta, poi metto in forno caldo a 220° per circa 40 minuti, fino a quando risulta la crosta colorata e croccante.
Vi abbraccio, tutte e tutti!
Monnyb
martedì 25 settembre 2012
Patate schiacciate alle erbe con tuorlo croccante
Mancavano da un po', le ricette degli chef di Vero Tv! Eccovene una:
INGREDIENTI:
• 300 gr di patate bollite e schiacciate
• olio evo
• sale
• trito di erbe
• 4 tuorli
• 400 gr di pane grattuggiato
• ½ l olio di semi di mais
PREPARAZIONE:
Metto a metà degli stampini il pangrattato, formando al centro un piccolo foro nel quale metterò un tuorlo d'uovo crudo; copro delicatamente con il resto del pane e metto in frigo per 2 ore.
Nel frattempo condisco le patate con l'olio e le erbe.
Tolgo delicatamente dagli stampi i tuorli impanati e li friggo in olio bollente per pochi secondi. Con un coppapasta creo dei cilindri di patate e vi metto al centro il tuorlo fritto.
Buon appetito!
INGREDIENTI:
• 300 gr di patate bollite e schiacciate
• olio evo
• sale
• trito di erbe
• 4 tuorli
• 400 gr di pane grattuggiato
• ½ l olio di semi di mais
PREPARAZIONE:
Metto a metà degli stampini il pangrattato, formando al centro un piccolo foro nel quale metterò un tuorlo d'uovo crudo; copro delicatamente con il resto del pane e metto in frigo per 2 ore.
Nel frattempo condisco le patate con l'olio e le erbe.
Tolgo delicatamente dagli stampi i tuorli impanati e li friggo in olio bollente per pochi secondi. Con un coppapasta creo dei cilindri di patate e vi metto al centro il tuorlo fritto.
Buon appetito!
domenica 23 settembre 2012
Crescenza
Crescenza e Stracchino sono entrambi formaggi a pasta molle prodotti nel Nord Italia (in particolare in Lombardia): ma la Crescenza deriva da latte intero o parzialmente scremato che viene fatto stagionare per circa una settimana, mentre lo Stracchino viene prodotto solo con latte intero e la stagionatura è di circa 20 giorni.
La crescenza è un formaggio italiano a pasta molle, crudo e fresco, prodotto con latte vaccino intero, pastorizzato oppure parzialmente scremato. Appartiene alla famiglia degli stracchini, di cui fanno parte anche il certosino, la robiola e lo stracchino stesso. Si dice che il suo nome derivi dal termine latino “crescentia”, perché se tenuta al caldo si gonfia come il pane durante la lievitazione. È un formaggio senza crosta con la pasta cremosa, omogenea, di colore bianco e il sapore è dolce e delicato, con aroma latticino.
Per produrre la crescenza il latte viene trattato a 37 °C con fermenti lattici, e in seguito addizionato con il caglio; dopo dieci minuti la cagliata si coagula, viene divisa in forme e lasciata riposare per trenta minuti. Dopodiché viene frantumata e immessa in piccoli stampi quadrati, dove viene stufata a 24 °C in ambiente umido per 3-5 ore. Infine viene immerso per due ore in salamoia e poi stagionato in celle frigorifere per 5-10 giorni.
Contiene buone quantità di minerali come sodio, potassio e fosforo.
Le varietà della crescenza sono due: la crescenza invernale, che si presenta con una pasta molto più morbida, e la crescenza estiva, la cui pasta invece risulta essere più compatta.
AL MOMENTO DELL'ACQUISTO
La crescenza va acquista freschissima. È possibile trovare la crescenza sfusa, da vendersi a peso, che dev'essere di colore bianco e senza macchie di color giallo.
Se si acquista la crescenza confezionata bisogna sempre controllare, ovviamente, la data di scadenza impressa sulla confezione.
CONSERVAZIONE
La crescenza va conservata in frigorifero e se si acquista sfusa a peso, va consumata nel giro di un paio di giorni tenendola sempre ben chiusa. Acquistata confezionata, una volta aperta la confezione, va consumata sempre nel più breve tempo possibile. È consigliabile non comperare mai dei pezzi troppo grandi di crescenza, per evitare che diventi gialla e quindi non sia più possibile consumarla.
Per gustarla meglio lasciatela a temperatura ambiente per una mezz’ora prima di mangiarla.
Se si dovesse formare della muffa sul formaggio bisogna buttare via il prodotto: se nei formaggi a pasta dura basta grattare via la muffa con un coltello, in quelli reschi la muffa è un campanello d'allarme: non si può più mangiare!
CURIOSITÀ
In occasione della festa del Santo Natale, nella città di Cremona, la crescenza, viene mescolata con della mostarda di mele cotogne e viene usata come crema per accompagnare il Panettone
lunedì 17 settembre 2012
Il monnypensiero - frutta e verdura di stagione
Comprare frutta e verdura di stagione è importante non
solo per la nostra salute ma anche per il pianeta: i prodotti fuori stagione arrivano da molto lontano,
hanno percorso migliaia di chilometri e spesso sono coltivati in serra con consumo di molta acqua,
energia, fertilizzanti e pesticidi.
Per farci un'idea di quanto sia pesante l'impatto sull'ambiente del nostro comportamento alimentare immaginate questo: la Coldiretti ha stimato che un kg di ciliegie che arrivano
dal Cile, percorrendo circa 12000 km in aereo, produce l'emissione di 21 kg di anidride
carbonica. Meglio una mela o un po' d'uva, non credete?
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
domenica 16 settembre 2012
Mandorle
La mandorla, oggi, è molto diffusa in tutto il bacino mediterraneo grazie ai Fenici che la introdussero in Sicilia.
Il mandorlo è una pianta alta dagli 8 ai 10 metri, molto longeva, con rami di colore grigiastro o marrone e foglie seghettate, più strette e più chiare di quelle del pesco, e fiori bianchi o leggermente rosati. E' ricoperta da una pellicina liscia o rugosa, di colore variabile dal marrone all'ocra.
L'epoca di fioritura del mandorlo è precoce: intorno a gennaio-marzo, variando fra i diversi ambienti. Le mandorle fresche si trovano in primavera e possono essere raccolte e consumate in aprile-maggio come frutti freschi interi prima della lignificazione del guscio, oppure come semifreschi a giugno-luglio, mentre quelle secche sono presenti nel mercato tutto l'anno.
Le mandorle devono essere freschissime: per questo sarebbe meglio acquistarle in confezioni sigillate, in modo da poter vedere quando sono state imbustate e conservarle al meglio. Se le acquistate sfuse bisogna assicurarsi che siano fresche, quindi annusatele per sentire se hanno un odore stantio: gli acidi grassi mono e polinsaturi che contengono irrancidiscono facilmente se esposti a luce, aria e calore; questo problema è molto limitato se le mandorle sono protette dal loro guscio, che le conserva ottimamente. Le mandorle possono anche essere congelate.
Spesso, per esaltarne il sapore, ed in alcune ricette, le mandorle vengono tostate in padella antiaderente a fuoco medio per 5 minuti, oppure in forno a 180° per qualche minuto finché non risultano dorate e croccanti.
Le mandorle vengono anche sminuzzate (utilizzando un frullatore), tritate o tagliate a lamelle. Se le utilizzate per fare una torta, potete tritarle insieme a un cucchiaino della farina che utilizzerete in seguito, per evitare la separazione dell'olio. Se avete mandorle con la buccia e per la ricetta che dovete preparare vi servono spellate, potete immergerle per qualche minuto in acqua bollente: la buccia si leverà facilmente.
Le mandorle costituiscono un vero concentrato energetico e calorico: contengono una significativa percentuale di proteine, preziose vitamine del gruppo E, B1 e B2, magnesio, ferro e calcio, perciò sono utilissime nella calcificazione delle ossa (consigliate quindi alle donne in gravidanza o in menopausa)!
Il particolare e originale equilibrio di minerali, vitamine, proteine e grassi fa delle mandorle un rinforzante del sistema nervoso, costituendo un sano e saporito antidepressivo naturale.
Le mandorle contengono molti grassi "buoni": infatti circa l'80% delle calorie di questo alimento provengono da questo nutriente e poiché la maggior parte di questi grassi sono monoinsaturi sono benefiche per l'apparato cardiocircolatorio.
Studi recenti hanno dimostrato come un consumo abituale di questo alimento possa abbassare i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi: ovviamente bisogna tenere in considerazione che chi è soprappeso non potrà abusarne, perché come tutti gli alimenti lipidici, il loro consumo va controllato con attenzione valutando sempre le quantità che il nostro organismo può permettersi.
A domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monyb
sabato 15 settembre 2012
Zafferano
Ricordate quando sono stata all'Aquila? L'Aquila è una delle regine dello zafferano. Vi va di conoscere meglio questa spezia?
Lo zafferano si ricava dai pistilli del fiore del croco, che viene originato da un bulbo sotterraneo: il fiore, dal particolare e intenso colore violetto, può raggiungere un'altezza di 15 cm e possiede delle foglie verdi lanceolate.
Il croco fiorisce per un breve periodo di due settimane in autunno e possiede solo tre stimmi gialli che devono essere colti manualmente all'alba, prima che il sole sia troppo alto. Le principali coltivazioni di croco si trovano in Asia minore ed in alcuni paesi dell'area mediterranea come la Spagna e l'Italia: nella nostra penisola le principali coltivazioni di zafferano si trovano in Abruzzo sull'altipiano di Navelli, divenuto ormai famoso per la purezza e la genuinità del prodotto, e in Sardegna.
Lo zafferano è una delle spezie più conosciute ed apprezzate fin dall'antichità: persino personaggi come Virgilio, Omero e Plinio lo citano nelle loro opere, decantandone le varie virtù in ambito culinario..
Oltre che in cucina, nell'antichità lo zafferano era molto utilizzato anche per tingere le stoffe e pure come cosmetico, tanto che Cleopatra d'Egitto non poteva farne a meno per rendere dorata la sua pelle.
Al momento dell'acquisto
Lo zafferano può essere acquistato in polvere nelle pratiche bustine monodose o in stimmi che devono presentarsi di un bel colore arancio vivo. Se ci si trova ad acquistare dello zafferano nei tradizionali mercati Africani o del Medio Oriente, bisognerà stare particolarmente attenti a non essere truffati: molto spesso, infatti, al posto dello zafferano viene venduta della curcuma!
Conservare
Una volta acquistato, lo zafferano andrà conservato o nella bustina nella quale è confezionato, oppure posto in un vasetto di vetro in un luogo fresco ed asciutto, lontano da fonti di calore.
Oltre ad essere una spezia preziosissima, lo zafferano possiede parecchie proprietà organolettiche che lo rendono quasi un elisir di lunga vita: pare che sia in grado di contrastare l'invecchiamento della pelle, favorire la digestione, abbassare la pressione e ridurre il colesterolo.
Visto l'importante contenuto di carotenoidi, inoltre, lo zafferano innalza le difese immunitarie; c'è chi dice che lo zafferano sia un potente afrodisiaco, perché in grado di agire sulle ghiandole surrenali stimolando la produzione di adrenalina.
Mi è proprio venuta voglia di un risotto!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
mercoledì 12 settembre 2012
Basilico
Tra qualche settimana inizierà a fare freddo... e purtroppo dovremo dire addio al basilico, che io adoro!
Il basilico dà un profumo inconfondibile a carni, pesci e sughi, e in estate possiamo coltivarcelo in vaso su balconi e davanzali, mentre nelle stagioni fredde è di difficile reperibilità.
C'è una soluzione, però: conservalo secco o sott'olio! Manterrà quasi intatto il suo profumo e il suo gusto! Quando di basilico ce n'è in abbondanza possiamo procedere così:
- staccare le foglie di basilico dai gambi, con le mani, non con le forbici! Lavarle, asciugarle con un panno e lasciarle stese per qualche minuto perchè si asciughino il più possibile. A questo punto, se vogliamo conservare il basilico secco basta mettere le foglie al sole su un vassoio di plasticae poi, quando si sminuzzano facilmente, traferirle in un vasetto di vetro. Se vogliamo conservarlo sott'olio dobbiamo prendere un vasetto di vetro da sottaceti con l'apertura larga e riempirlo di foglie di basilico ben asciutte, stendendole e sovrapponendole bene; poi aggiungeremo dell'olio d'oliva, premendo le foglie in modo che restino sotto il filo dell'olio. Chiuderemo il vasetto e lo terremo in frigo nel cassetto della verdura.
La mia sorellina Giulia, o meglio il suo fidanzato, ha provato anche a fare il digestivo al basilico: è delizioso! Vi passerò la ricetta!
La mia sorellina Giulia, o meglio il suo fidanzato, ha provato anche a fare il digestivo al basilico: è delizioso! Vi passerò la ricetta!
Lo sapevate che il basilico, d'estate, è ottimo per allontanare gli insetti?
E voi che uso ne fate?
Vi abbraccio, tutte e tutti!
Monnyb
martedì 11 settembre 2012
Brodo vegetale
Il brodo vegetale è una delle basi dell alimentazione, fin da bambini: è una ricetta fondamentale della cucina tradizionale italiana, si ottiene con la bollitura di verdura freschissima.
Le verdure di base che si utilizzano sono: carote, sedano, cipolle, ma possiamo aggiungere verdure di stagione a scelta.
Se abbiamo bimbi piccoli è importante utilizzare verdura biologica, perché i neonati ed i bambini sono particolarmente sensibili agli effetti nocivi dei prodotti chimici estranei.
I motivi di questa più alta sensibilità sono diversi:
- Tanto minore è la dimensione del corpo, tanto maggiore è l’azione tossica dei residui chimici;
- Le sostanze chimiche di sintesi sono tanto più pericolose quanto più veloce è il ritmo di accrescimento delle cellule (che è molto più rapido durante l’infanzia piuttosto che nell’età adulta).
- Per i neonati, l’organismo ancora immaturo incontra maggiori difficoltà a eliminare le sostanze tossiche.
Il brodo di verdura può essere congelato, ed è molto comodo farlo. Sotto il profilo igienico, è senz’altro meglio congelare il brodo piuttosto che conservarlo liquido in frigo anche solo per un paio di giorni. Possiamo farlo magari nei contenitori del ghiaccio, per averlo pronto a piccole dosi! Ovviamente è bene suddividerlo in porzioni prima di congelarlo, in modo da scongelarne di volta in
volta solo la quantità necessaria.
E voi, avete qualche trucchetto per il brodo?
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
Le verdure di base che si utilizzano sono: carote, sedano, cipolle, ma possiamo aggiungere verdure di stagione a scelta.
Se abbiamo bimbi piccoli è importante utilizzare verdura biologica, perché i neonati ed i bambini sono particolarmente sensibili agli effetti nocivi dei prodotti chimici estranei.
I motivi di questa più alta sensibilità sono diversi:
- Tanto minore è la dimensione del corpo, tanto maggiore è l’azione tossica dei residui chimici;
- Le sostanze chimiche di sintesi sono tanto più pericolose quanto più veloce è il ritmo di accrescimento delle cellule (che è molto più rapido durante l’infanzia piuttosto che nell’età adulta).
- Per i neonati, l’organismo ancora immaturo incontra maggiori difficoltà a eliminare le sostanze tossiche.
Il brodo di verdura può essere congelato, ed è molto comodo farlo. Sotto il profilo igienico, è senz’altro meglio congelare il brodo piuttosto che conservarlo liquido in frigo anche solo per un paio di giorni. Possiamo farlo magari nei contenitori del ghiaccio, per averlo pronto a piccole dosi! Ovviamente è bene suddividerlo in porzioni prima di congelarlo, in modo da scongelarne di volta in
volta solo la quantità necessaria.
E voi, avete qualche trucchetto per il brodo?
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
sabato 8 settembre 2012
Il monnypensiero - I nonni in cucina
I nonni in cucina: gli anziani si sentono spesso sempre più soli e sempre più in difficoltà, ma nella terza età si acquista un bene prezioso: il tempo. Ci sono anziani che approfittano del loro tempo e vivono una seconda giovinezza, altri che non riescono a metabolizzare il concetto della vecchiaia e vivono questo momento della vita in disagio e angosce, sopratutto quando il caldo e il cambiamento di stagione si fa sentire .
Un modo straordinario per superare queste difficoltà e sentirsi utili è accompagnarci con i loro ricordi e le loro tradizioni anche in cucina. E magari, divertendoci con loro, potremo riadattarle con la tecnologia moderna!
Sentirsi utili cucinando fa stare bene giovani e anziani. Spesso con l'età si perde l'abitudine del gioco: un pensionato ha più tempo per sé e per viziarsi in modo sano a tavola divertendosi un po'. Così si ricomincia a produrre endorfine, che sono preziose per il buon uomore e la salute.
E vedere nonni, zii, persone che amiamo felici e serene... beh, farà stare meglio anche noi!
Buonanotte, vi abbraccio tutte e tutti.
Monnyb
giovedì 6 settembre 2012
Involtini di melanzane e gamberi con riduzione al Campari
Finalmente sono tornata! Pensavate fossi entrata in letargo vero? Ho dovuto riprendere i ritmi della vita di tutti i giorni ed è stato un po' faticoso, ma per farmi perdonare vi propongo una ricetta degli chef di Vero Tv: sfiziosissima e facilissima! E poi... prometto solennemente che ricomincerò a pubblicare qualcosa ogni giorno!
Ingredienti:
• 1 melanzana
• 16 gamberi
• Olio evo
• Sale
• 200 gr di campari
Preparazione:
Faccio bollire il campari in pentola, riducendolo fino a ottenere una densità sciropposa.
Taglio a fette sottili la melanzana e vi avvolgo dentro i gamberi; chiudo con uno stecchino gli involtini. Rosolo velocemente in padella: cuocio bene la melanzana a e tengo leggermente cotto il gambero.
Sistemo nel piatto gli involtini e glasso con la riduzione di campari.
A domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
Ingredienti:
• 1 melanzana
• 16 gamberi
• Olio evo
• Sale
• 200 gr di campari
Preparazione:
Faccio bollire il campari in pentola, riducendolo fino a ottenere una densità sciropposa.
Taglio a fette sottili la melanzana e vi avvolgo dentro i gamberi; chiudo con uno stecchino gli involtini. Rosolo velocemente in padella: cuocio bene la melanzana a e tengo leggermente cotto il gambero.
Sistemo nel piatto gli involtini e glasso con la riduzione di campari.
A domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
martedì 21 agosto 2012
Uvetta
L'uvetta (detta anche “uva passa”) è una particolare varietà di uva senza semi fatta seccare; è molto dolce per l’elevata concentrazione di zuccheri e può essere conservata per lunghi periodi.
Prima di usarla in cucina è necessario lasciarla ammollare in acqua tiepida per almeno mezz’ora.
Esistono in commercio diversi tipi di uvetta:
Uva sultanina: piccola e dolce, dal colore biondo-dorato, senza semi, si trova comunemente;
Uva di Corinto: piccola, bluastra, senza semi, importata di solito dal Medio Oriente;
Uva "di Smirne": grossa, scura, anch'essa senza semi;
Uva “di Malaga": grossa, chiara, con pochi semi.
Le varietà "sultanina" e "Malaga", vengono prodotte anche in Italia.
Molte cucine regionali inseriscono l’uvetta in piatti salati: succede per esempio in Sicilia (in diverse ricette con le sarde e lo stoccafisso) e in Campania (in molte ricette col baccalà).
L'uva sultanina si raccoglie a settembre e viene fatta essiccare al sole, dopodichè assume il caratteristico colore bruno.
Oltre che secca puo' essere lavorata e conservata in vari modi: marmellate, gelatine, oppure sotto spirito. L’uvetta è un’ottima fonte di potassio, fibre, calcio e ferro.
Ottima nelle frittelle dolci di ceci: vi darò la ricetta! :)
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
venerdì 17 agosto 2012
Baci di dama mandorla e cioccolato
Mi manca Vero Tv! E visto che mimanca vi propongo una ricettina dei nostri chef:
Ingredienti per 4 persone:
• 300 g di farina 00
• 190 g di margarina
• 180 g di mandorle
• 180 g di zucchero di canna
• 1 pizzico di zenzero in polvere
• 1 scorza di limone
• 1 bustina di lievito
• 1 pizzico di sale
• 200 g di cioccolato fondente
• 10 g di latte
Preparazione:
Ingredienti per 4 persone:
• 300 g di farina 00
• 190 g di margarina
• 180 g di mandorle
• 180 g di zucchero di canna
• 1 pizzico di zenzero in polvere
• 1 scorza di limone
• 1 bustina di lievito
• 1 pizzico di sale
• 200 g di cioccolato fondente
• 10 g di latte
Preparazione:
Trito le mandorle con parte della farina. In una bacinella unisco tutti gli ingredienti tranne il cioccolato e il latte. Impasto fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.
Con le mani creo delle palline di circa 20 g, le stendo su una teglia foderata con una carta da forno e cuocio in forno ventilato a 180° per circa 15 minuti. Tolgo dalla teglia e lascio raffreddare.
Tritate finemente il cioccolato, scaldo il latte e ve lo verso sopra, frustando velocemente. Stendo su una placca e faccio raffreddare.
Quando il cioccolato sarà freddo, lo lavorerò con le mani ricavandone dei piccoli pezzi con cui "incollerò” due biscotti.
giovedì 16 agosto 2012
Lenticchie (2)
L'altro giorno abbiamo iniziato a parlare di lenticchie: continuiamo?
Le varietà di lenticchie più diffuse traggono il loro nome dal luogo di origine e di maggiore coltivazione e si dividono in due principali gruppi: a seme grande e a seme piccolo.
Le varietà di lenticchie più diffuse traggono il loro nome dal luogo di origine e di maggiore coltivazione e si dividono in due principali gruppi: a seme grande e a seme piccolo.
Le varietà più conosciute sono:
La lenticchia verde di Altamura, molto comune, è più grande rispetto a quella marrone ed è adatta per la preparazione di contorni;
Le lenticchie di Ustica crescono su terreni vulcanici e sono di colore marrone scuro: sono uniche, piccole, tenere e particolarmente saporite. Crescono senza l’utilizzo di concimi, erbicidi e antiparassitari. Il loro unico vero limite è che sono davvero rare.
La lenticchia di Castelluccio è molto piccola e policroma (tigrata, giallognola, marroncina..). E' molto pregiata perchè particolarmente saporita:la pellicina sottile che avvolge i semi quasi scompare dopo la cottura; Nel 1997, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta (IGP), per tutelare e salvaguardare il prodotto.
Acquistare
Se acquistate le lenticchie sfuse dovete mondarle accuratamente, per eliminare eventuali scorie; se sono in sacchetti sigillati, controllate che non siano contaminate da parassiti o larve: non devono esserci fori sulla superficie delle lenticchie.
Quando il prodotto è confezionato controllate l'origine e la data di raccolta, perché se le lenticchie sono troppo vecchie richiederanno ammolli e cotture prolungate, a discapito del sapore.
Se acquistate lenticchie in scatola controllate che il contenitore stesso non presenti rigonfiamenti o ammaccature, perché in tal caso, potrebbero essersi sviluppati microorganismi dannosi all’interno del prodotto.
Conservare
Le lenticchie vanno sempre conservate lontano dall'umidità, e, se sfuse, chiuse in un contenitore di vetro e riposte in un luogo fresco, asciutto e buio, dove si conserveranno anche per un anno.
Cucinare
In cucina le lenticchie sono usate principalmente per preparazioni come zuppe, minestre o contorni, come il nostrano zampone o cotechino con le lenticchie, mangiato principalmente a Capodanno.
In altri paesi le lenticchie si utilizzano anche nelle insalate, o per farne purè.
Nei prossimi giorni vi proporrò qualche altra ricettina!
Proprietà
Nei prossimi giorni vi proporrò qualche altra ricettina!
Proprietà
Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo: sono molto ricche di proteine (circa il 24%), vitamine (A, B1, B2, C, PP), sali minerali (calcio, ferro, sodio, potassio e fosforo), e contengono il 2% di olii vegetali. Sono inoltre facilmente digeribili, e utili per chi ha problemi di anemia o di esaurimento fisico. A causa, tuttavia, dell’elevato valore nutritivo, è consigliabile un utilizzo moderato.
lunedì 13 agosto 2012
Lenticchie
Ieri vi ho proposto una ricetta estiva con le lenticchie: oggi, se vi va, conosciamo meglio questa materia prima della cucina!
La lenticchia detta anche lente, è il seme di un'erba annuale originaria dell'Asia sud occidentale (più o meno dove oggi c'è la Siria): da lì si diffuse molto velocemente in tutto il bacino Mediterraneo. La pianta è caratterizzata da uno stelo ramificato e rampicante che può raggiungere i 50 cm di altezza e possiede dei baccelli rettangolari e schiacciati che racchiudono 2 o 3 semi dalla forma tondeggiante e appiattita, di colore che varia dal giallo-verdastro al rossastro, fino al bruno e al nero (per alcune varietà orientali). Il sapore delle lenticchie varia a seconda delle dimensioni e del colore, ma generalmente le più gustose sono quelle a seme piccolo. Dopo la loro raccolta vengono essiccate: è questo il formato più diffuso in commercio, ma si possono trovare anche lessate in scatola.
Pare che la lenticchia sia il più antico legume coltivato, e il suo “addomesticamento” risale al 7000 a.C.. Dopo la sua velocissima diffusione in tutto il Mediterraneo, diventò il cibo base dei popoli poveri della Grecia e di Roma, tanto che il nome di una delle famiglie romane più importanti, quella dei Lentuli, deriverebbe da questo legume. Inoltre, nel XVII secolo, proprio per la sua forma, la lenticchia diede il proprio nome latino alla lente di vetro. Per capire quanto era tenuta in considerazione la lenticchia nel passato pensiamo al racconto biblico secondo cui Esaù, per un piatto di lenticchie, vendette la primogenitura al fratello minore Giacobbe!
Nelle zone a clima mediterraneo la semina delle lenticchie avviene in autunno, tra la fine di ottobre e i primi di novembre; a quote superiori agli 800-900 metri o nelle zone interne a clima più continentale si impone la semina primaverile (marzo-aprile), passato il pericolo delle forti gelate.
In Italia la coltivazione della lenticchia è diffusa soprattutto in località ristrette di altopiano dove le condizioni di clima e di terreno conferiscono un altissimo pregio qualitativo al prodotto, per sapore e facilità di cottura come per esempio gli altipiani di Castelluccio di Norcia e di Colfiorito, in Umbria o di Leonessa nel Lazio.
Tornate qui domani, parliamo di valori nutritivi e delle varietà di lenticchie, ce ne sono diverse da conoscere!
A domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
domenica 12 agosto 2012
Insalata di lenticchie, sedano, mandorle tostate e tante erbe
Spesso associamo le lenticchie al Capodanno, quindi ai mesi più freddi... proviamo a usarle per un piatto estivo? Ecco un'altra ricetta degli chef di Vero Tv!
Ingredienti per 4 persone:
• 300 g di lenticchie di montagna secche
• 150 g di sedano
• 100 g di mandorle
• 1 spicchio d’aglio
• Erbe miste: timo, maggiorana
• 1 cucchiaio di aceto di mele
• Olio e.v.o.
• 1 pizzico di sale
Preparazione:
Metto le lenticchie in ammollo la sera prima.
Le cuocio in abbondante acqua non salata, perché il sale rallenta la cottura dei legumi. Le scolo e le lascio raffreddare.
Lavo e pelo il sedano, poi lo taglio a brunoise (cioè a dadini molto piccoli).
Taglio a pezzi irregolari le mandorle e le faccio tostare in padella con un filo d’olio, oppure in forno a 180° per circa 3 minuti.
Condisco le lenticchie con il sedano, le mandorle, lo spicchio d’aglio finemente tritato, le erbe tritate, l’aceto di mele, sale e olio e.v.o.
Servo l’insalata a temperatura ambiente o fredda.
Ingredienti per 4 persone:
• 300 g di lenticchie di montagna secche
• 150 g di sedano
• 100 g di mandorle
• 1 spicchio d’aglio
• Erbe miste: timo, maggiorana
• 1 cucchiaio di aceto di mele
• Olio e.v.o.
• 1 pizzico di sale
Preparazione:
Metto le lenticchie in ammollo la sera prima.
Le cuocio in abbondante acqua non salata, perché il sale rallenta la cottura dei legumi. Le scolo e le lascio raffreddare.
Lavo e pelo il sedano, poi lo taglio a brunoise (cioè a dadini molto piccoli).
Taglio a pezzi irregolari le mandorle e le faccio tostare in padella con un filo d’olio, oppure in forno a 180° per circa 3 minuti.
Condisco le lenticchie con il sedano, le mandorle, lo spicchio d’aglio finemente tritato, le erbe tritate, l’aceto di mele, sale e olio e.v.o.
Servo l’insalata a temperatura ambiente o fredda.
giovedì 9 agosto 2012
Sedano (2)
Ieri vi ho suggerito un metodo per pulire il sedano eliminando anche i filamenti: oggi conosciamolo un po' meglio, vi va?
Mangiare sedano tutti i giorni è un'abitudine salutare per un sacco di motivi:
- Tonifica il sistema nervoso, le ghiandole endocrine (in particolare le surrenali), e riduce lo stress
- Migliora i processi digestivi, il che non guasta visti gli ultimi caldi e l'ansia tipica del periodo di ripresa pre-autunnale
- Grazie all'abbondante contenuto di sodio, potassio e calcio, svolge un'azione rimineralizzante e rinforzante generale.
Il sedano è una pianta biennale, che generalmente viene coltivata a ciclo annuale, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, che cresce spontanea nei luoghi erbosi e palustri anche nel nostro Paese e può raggiungere un’altezza che va dai 30 ai 90 cm a seconda della varietà. Ha foglie pennatosette, di tipico odore e sapore aromatico dovuto alla sedanina, e fiori bianco-verdastri.
Si suddivide in tre gruppi: la varietà dulce e la rapaceum e silvestre.
La varietà dulce è la più diffusa: ha l'apparato radicale sottile e dritto e viene coltivata prevalentemente per il gambo, detto anche costa. Le foglie hanno un picciolo percorso da nervature lungo tutta la sua lunghezza e sono carnose.
Le varietà di sedano a coste più coltivate in Italia sono:
- a coste verdi: Verde di Chioggia, Gigante di Romagna, Verde Pascal, Verde di Perpignano;
- a coste dorate: Dorato d'Asti, Gigante Dorato, Verga d'Oro;
- a coste bianche: Perla, Utah 52 - 75, Florida 683, Nicolaus invernale, Lepage.
La varietà rapaceum, più comunemente conosciuta come sedano rapa, o sedano di Verona, ha una radice tuberizzata grossa e rotonda eccezionalmente sviluppata nella regione del colletto, con polpa bianca, di sapore simile al sedano da costa, che si mangia cotta (nelle zuppe, nei minestroni, negli spezzatini) o cruda (nelle insalate miste, in pinzimonio, con la bagna cauda).
La varietà silvestre (o sedano da taglio) è di sapore aspro e forte e di essa si utilizzano le foglie come condimento;
Curiosità
In Italia è preferito un sedano chiaro o biancastro che viene ottenuto mediante la tecnica dell'imbianchimento. Grazie a questa pratica si elimina la clorofilla che determina la colorazione verde e si ottiene un prodotto tenero, croccante e di gusto più dolce e meno aromatico. Uno dei metodi per ottenere l'imbianchimento è la copertura in campo della pianta con svariati materiali: terra, tavole di legno, paglia, plastica nera.
A domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
mercoledì 8 agosto 2012
Sedano
Nonostante la raccolta del sedano sia estiva e autunnale, possiamo trovarlo in commercio tutto l'anno.
L'utilizzo del sedano in cucina è molteplice: viene usato crudo nei pinzimoni e nelle insalate, oppure cotto per insaporire brodi, zuppe e minestroni. Nonostante gli svariati utilizzi, l'uso più classico del sedano in cucina avviene per realizzare il tradizionale soffritto, assieme a carote e cipolle.
Potete conservare a lungo il sedano ponendolo in frigorifero nell'apposito cassetto per verdure, ma purtroppo la sua caratteristica croccantezza svanisce velocemente: bastano pochi giorni.
Pulire:
Poggiate il sedano su di un piano di lavoro o un tagliere e, con l'aiuto di un coltello robusto e affilato, eliminate la parte finale, quella che tiene unite le coste. Dividete quindi le coste di sedano una dall'altra.
Lavatele sotto l'acqua fredda corrente, una alla volta, eliminando le impurità e gli eventuali residui di terra.
Poggiate un gambo di sedano sul piano di lavoro e tagliate sulla prima giuntura, là dove si cominciano a diramare le prime foglie: conservate il gambo ottenuto.
Staccate ora dalla parte alta e sottile rimasta le piccole diramazioni laterali sulle quali sono presenti le foglie del sedano. Eliminate la parte finale e superiore della costa di sedano, asportando le foglie: in questo modo avrete ottenuto un'altra costa, più sottile.
Spesso i gambi di sedano esterni più grossi contengono dei filamenti duri molto fastidiosi che sono da eliminare: appoggiate la costa sul piano di lavoro con la parte convessa verso il basso e con un coltellino dalla lama liscia incidete la base del sedano senza staccarla completamente e sollevate la lama tirando con delicatezza dalla parte opposta della costola di sedano, asportando in questo modo la membrana filamentosa. Ripetendo l'operazione anche sull'altro lato della costola otterrete un gambo di sedano tenerissimo.
Mal di gola e raucedini tipici delle prime avvisaglie d'autunno possono essere sintomo di un po' di fatica a tornare alla routine: il sedano ci aiuta a prevenirle.
Tornate a trovarmi domani, vi racconterò altri motivi per cui mangiare sedano tutti i giorni è un'ottima abitudine! E vi racconterò anche qualche curiosità sul sedano, come la procedura di imbianchimento.
Per ora vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
martedì 7 agosto 2012
Pomodoro Pachino IGP
Il pomodoro: un fedele alleato nella calura delle nostre estati.
Sapevate che il disciplinare del Pomodoro di Pachino IGP classifica e tutela ben quattro tipologie diverse di pomodoro, tutte con peculiarità diverse, e destinate a diversi segmenti di mercato? Conosciamole insieme!
Pomodoro di Pachino tondo liscio: piccolo e rotondo, di colore verde scuro, inconfondibile per il gusto molto marcato.
Pomodoro di Pachino a grappolo: a grappolo o snocciolato, può essere verde o rosso. Tondo, liscio, dal colore brillante e attraente, con il colletto verde molto scuro.
Pomodoro di Pachino costoluto: frutto di grandi dimensioni, esteticamente molto attraente, dalle coste marcate, di colore verde molto scuro e brillante. Questa tipologia ha conquistato il favore del consumo nazionale sostituendo nel periodo invernale (periodo ottimale per la produzione di questa tipologia) il tondo insalataro.
Pomodoro di Pachino ciliegino: caratteristico per l’aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli, dal colore eccellente
Il datterino è una varietà di pomodorino che ha la forma di un dattero, da questo il suo nome che ricorda il frutto del deserto. Ha un elevato grado zuccherino che lo rende dolce e particolarmente gustoso, con pochi semi all'interno, e presenta una buccia sottile. Povero di calorie, è invece ricco di sali minerali e vitamine, nonché di antiossidanti salutari per la pelle.
Esiste un consorzio nella Sicilia sud-orientale, che cura e salvaguarda questa tipologia di pomodorino. Il clima caldo-secco della Sicilia è ideale per la coltivazione di questa varietà. Il binomio pianura-mare, è salutare per lo sviluppo del datterino, che cresce dolce e profumato. Inoltre il Consorzio si propone di educare il consumatore, di indirizzarlo verso scelte di garanzia qualitativa del prodotto e di sicurezza alimentare. Infatti esistono datterini importati da paesi come la Cina, che si trovano sul mercato ad un prezzo minore ma non possono nemmeno essere paragonati per sapore e qualità ai nostri datterini.
Sapevate che il disciplinare del Pomodoro di Pachino IGP classifica e tutela ben quattro tipologie diverse di pomodoro, tutte con peculiarità diverse, e destinate a diversi segmenti di mercato? Conosciamole insieme!
Pomodoro di Pachino tondo liscio: piccolo e rotondo, di colore verde scuro, inconfondibile per il gusto molto marcato.
Pomodoro di Pachino a grappolo: a grappolo o snocciolato, può essere verde o rosso. Tondo, liscio, dal colore brillante e attraente, con il colletto verde molto scuro.
Pomodoro di Pachino costoluto: frutto di grandi dimensioni, esteticamente molto attraente, dalle coste marcate, di colore verde molto scuro e brillante. Questa tipologia ha conquistato il favore del consumo nazionale sostituendo nel periodo invernale (periodo ottimale per la produzione di questa tipologia) il tondo insalataro.
Pomodoro di Pachino ciliegino: caratteristico per l’aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli, dal colore eccellente
Il datterino è una varietà di pomodorino che ha la forma di un dattero, da questo il suo nome che ricorda il frutto del deserto. Ha un elevato grado zuccherino che lo rende dolce e particolarmente gustoso, con pochi semi all'interno, e presenta una buccia sottile. Povero di calorie, è invece ricco di sali minerali e vitamine, nonché di antiossidanti salutari per la pelle.
Esiste un consorzio nella Sicilia sud-orientale, che cura e salvaguarda questa tipologia di pomodorino. Il clima caldo-secco della Sicilia è ideale per la coltivazione di questa varietà. Il binomio pianura-mare, è salutare per lo sviluppo del datterino, che cresce dolce e profumato. Inoltre il Consorzio si propone di educare il consumatore, di indirizzarlo verso scelte di garanzia qualitativa del prodotto e di sicurezza alimentare. Infatti esistono datterini importati da paesi come la Cina, che si trovano sul mercato ad un prezzo minore ma non possono nemmeno essere paragonati per sapore e qualità ai nostri datterini.
domenica 5 agosto 2012
Scialatielli al pesto di sedano, mandorle e pomodorini
Un'altra ricetta dei nostri chef di Vero Tv!
Ingredienti per 4 persone
per gli scialatielli:
• 200 g semola di grano duro
• 100 ml acqua tiepida
• 10 ml olio e.v.o.
• sale q.b.
• + semola q.b. per stendere la pasta
per il pesto:
• 250 g foglie di sedano
• 50 g menta
• 150 g mandorle pelate
• 70 g olio e.v.o.
• ½ spicchio d’aglio
• 1 pizzico di sale
• + 150 g pomodorini ciliegini
Per gli scialatielli:
Impasto tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formo una palla, copro con un panno e lascio riposare per circa un’ora.
Stendo la pasta con un mattarello fino ad uno spessore di circa ½ cm, cospargo con abbondante semola e ricavo delle strisce di circa 5 cm di larghezza. Arrotolo la striscia su se stessa e con un coltello affilato taglio la pasta ad uno spessore di circa ½ cm.
Srotolo gli scialatielli e li dispongo su una placca infarinata.
Per il pesto di sedano e mandorle:
Lavo le foglie di menta e di sedano, scegliendo le più verdi. Le asciugo e le metto nel mixer con le mandorle, l’aglio e un pizzico di sale.
Aziono il mixer per qualche secondo e poi aggiungo l’olio e.v.o. a filo.
Cuocio gli scialatielli in abbondante acqua salata.
Salto la pasta con il pesto e i pomodorini tagliati in quattro pezzi.
Ingredienti per 4 persone
per gli scialatielli:
• 200 g semola di grano duro
• 100 ml acqua tiepida
• 10 ml olio e.v.o.
• sale q.b.
• + semola q.b. per stendere la pasta
per il pesto:
• 250 g foglie di sedano
• 50 g menta
• 150 g mandorle pelate
• 70 g olio e.v.o.
• ½ spicchio d’aglio
• 1 pizzico di sale
• + 150 g pomodorini ciliegini
Per gli scialatielli:
Impasto tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formo una palla, copro con un panno e lascio riposare per circa un’ora.
Stendo la pasta con un mattarello fino ad uno spessore di circa ½ cm, cospargo con abbondante semola e ricavo delle strisce di circa 5 cm di larghezza. Arrotolo la striscia su se stessa e con un coltello affilato taglio la pasta ad uno spessore di circa ½ cm.
Srotolo gli scialatielli e li dispongo su una placca infarinata.
Per il pesto di sedano e mandorle:
Lavo le foglie di menta e di sedano, scegliendo le più verdi. Le asciugo e le metto nel mixer con le mandorle, l’aglio e un pizzico di sale.
Aziono il mixer per qualche secondo e poi aggiungo l’olio e.v.o. a filo.
Cuocio gli scialatielli in abbondante acqua salata.
Salto la pasta con il pesto e i pomodorini tagliati in quattro pezzi.
sabato 4 agosto 2012
Il monnypensiero - Consumo consapevole
Mangiare qualcosa in meno, ma con un gran gusto in più. Mangiare qualcosa di vero: è il sapore delle cose così come sono (o forse così come erano una volta) senza troppi artifici (dis)umani.
Fare attenzione agli acquisti alimentari nelle scelte quotidiane scelte sane e consapevoli vuol dire benessere nostro e dell ambiente: nostro perché fa bene alla salute e allo spirito, ci fa ritrovare una serie di profumi e gusti che stimolano sensazioni positive; per l'ambiente perché riduciamo la mole di rifiuti alimentari. Ogni anno, dicono le statistiche, nelle case degli europei, nei supermercati, nei ristoranti e lungo la catena di approvvigionamento alimentare il 50% del cibo commestibile e sano viene sprecato, producendo una mole di rifiuti enorme con conseguente problema di smaltimento. Comprando il giusto e non l'eccesso, con un po' di attenzione al confezionamento dei prodotti e poi al loro smaltimento, avremo rispetto per la nostra terra e quindi anche per noi stessi.
Costa un po' di fatica all'inizio, è vero... però poi ci si abitua!
mercoledì 1 agosto 2012
Farina di ceci (2)
Ieri vi ho raccontato qualcosina sulla farina di ceci, oggi parliamo della sua storia:
Le origini di questo surrogato del pane sono molto indietro nel tempo, addirittura al periodo dei Greci e dei Romani, quando, i soldati preparavano un "intruglio" di farina di ceci ed acqua che facevano poi cuocere al sole o sul proprio scudo, per sfamarsi velocemente e con poca spesa.
Il risultato era talmente nutriente che la ricetta sopravvisse alla caduta dell'impero Romano arrivando dritta al Medioevo, con qualche aggiunta: veniva mangiata accompagnata da un trito di cipolle bagnate nell'aceto, oppure con del formaggio fresco.
Proprio legata al Medioevo è la leggenda secondo la quale la farinata, come la conosciamo oggi, sia nata nel 1284 per una pura casualità: al ritorno dalla battaglia della Meloria, in cui avevano sconfitto i Pisani, le navi genovesi furono colpite da una tempesta e alcuni barili d'olio e farina di ceci si rovesciarono, bagnandosi d'acqua salata. A causa della scarsità di provviste fu recuperato tutto il possibile e ai marinai fu servito quel miscuglio di ceci e olio che, nel tentativo di renderlo meno sgradevole, fu messo ad asciugare al sole ottenendo così una specie di frittella.
Giunti a terra, i Genovesi, decisero di migliorare la ricetta di questa frittella improvvisata, cuocendola in forno.
Il risultato era così buono che per scherno agli sconfitti, la farinata venne chiamato l'oro di Pisa.
martedì 31 luglio 2012
Farina di ceci
La farina i ceci è una farina ottenuta dalla macinatura dei ceci secchi, è un ingrediente usato in moltissime culture.
Molto diffusa in India Pakistan e Bangladesh dove è usatissima nella cucina salata (come nei famosi pakoras di verdure indiane), ma anche in moltissimi dolci.
I ceci sono uno degli ingredienti fondamentali della cucina vegana e in Italia la farina è usata per l'antica ricetta della Farinata di Ceci.
Oltre alla farinata c'è il famoso pane panelle palermitano, oppure la panissa geneovese con le cipolle.
La farina di ceci può essere utilizzata anche mescolata alla farina di grano duro e uova per preparare la pasta fresca; ancora, può essere impiegata come elemento base per la pastella (per le verdure) e per preparare gnocchi.
Le piante del cece sono particolarmente coltivate in Umbria, nel Lazio, in Toscana e soprattutto in Liguria (non per nulla la farinata è ligure!); ad ogni modo, tutte le piante del cece sono coltivate nella maggior parte delle regioni Mediterranee.
I ceci essiccati sono legumi molto calorici e molto energetici. Si dic che siano utilissimi per diminuire i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
I ceci essiccati vengono macinati a cilindri oppure a pietra (la farina in tal caso è di qualità superiore). Prima di essere macinati, i ceci devono essere ripuliti dalla crusca.
Curiosità:
La farina di ceci può essere usata come agente lavante rispetto ai comuni bagnoschiuma, shampoo o saponi: è delicata , ottima per i capelli, però ha lo svantaggio di avere un odore che a molti risulta non piacevole.
Usandola si elimina l'uso di tutti i comuni detergenti schiumogeni e di tutte le sostanze che contengono (tra cui conservanti, coloranti, aromi, ecc) che spesso nulla hanno a che fare con la detergenza vera e propria. Eliminando in questo modo moltissime sostanze allergeniche e potenzialmente irritanti per la pelle ci si trova con un prodotto ideale per le persone che soffrono di pelle irritabile e secca. Non essendo aggressiva non elimina né danneggia lo strato idro/lipidico cutaneo che serve a proteggere la pelle, a differenza dei prodotti schiumogeni che tendono spesso a seccarla. E oltretutto usiamo un prodotto completamente e velocemente biodegradabile!
Volete qualche curiosità storica sui ceci e sulla loro farina? Tornate a trovarmi domani!
Vi abbraccio, tutte e tutti
Monnyb
lunedì 30 luglio 2012
Farinata di ceci ripiena di asparagi e crescenza
Un'altra ricetta degli chef di Vero Tv: una delizia da provare!
Ingredienti per 4 persone:
per la farinata
• 100 g di farina di ceci
• 180 g di acqua
• 30 g di olio e.v.o.
• 2 prese di sale
per la farcia
• 250 g di crescenza
• 8 asparagi
• Sale e pepe q.b.
• Scorza di 1 limone
• Olio e.v.o.
• Menta e basilico
Preparazione:
Ingredienti per 4 persone:
per la farinata
• 100 g di farina di ceci
• 180 g di acqua
• 30 g di olio e.v.o.
• 2 prese di sale
per la farcia
• 250 g di crescenza
• 8 asparagi
• Sale e pepe q.b.
• Scorza di 1 limone
• Olio e.v.o.
• Menta e basilico
Preparazione:
In una terrina unisco tutti gli ingredienti per preparare la pastella della farinata, che poi lascio a riposare.
Lavo, pelo gli asparagi e elimino la parte finale troppo dura. Li sbollento per 3 minuti in abbondante acqua salata, li scolo e li raffreddo in acqua e ghiaccio. Una volta freddi li taglio in due o tre fette, per il lungo.
Amalgamo la crescenza con la scorza di limone, la menta e il basilico tritati, poi aggiusto con olio, sale e pepe.
Scaldo un filo d’olio e.v.o. in una padella antiaderente, vi verso un mestolo di pastella: la faccio dorare e poi la cuocio dall’altro lato. Farcisco la farinata con la crescenza e gli asparagi a fette.
venerdì 27 luglio 2012
Il monnypensiero - alimentazione estiva
A quanto pare il prossimo fine settimana sarà rovente: ma dal caldo ci possiamo difendere anche mangiando gli alimenti giusti. L’alimentazione in estate deve essere necessariamente diversa da quella a cui siamo abituati durante il resto dell’anno; con il caldo forte, infatti, cambia in maniera importante il fabbisogno di calorie, di sali minerali ed anche lo stimolo alla fame.
Garantire al fisico il necessario apporto di liquidi sarà non solo decisamente salutare, ma anche un autentico toccasana per la pelle, che rimarrà idratata e luminosa nonostante le temperature.
Garantire al fisico il necessario apporto di liquidi sarà non solo decisamente salutare, ma anche un autentico toccasana per la pelle, che rimarrà idratata e luminosa nonostante le temperature.
Anche per quanto riguarda i cibi, si deve optare per alimenti piuttosto ricchi di sali minerali, come verdura e frutta, che si mangiano pure volentieri perché sono fresche! Gli apporti di carboidrati e di proteine si possono invece ridurre. Lasciamoci tentare e conquistare dai banchi di frutta e verdura e cerchiamo di cucinarle in modo diverso: sicuramente la nostra famiglia (e la nostra salute, e il nostro corpo, e il nostro umore) apprezzerà.
mercoledì 25 luglio 2012
Carbonara di asparagi
Scartabelliamo ancora un pochino tra le ricette di Vero Tv: che ne dite di una bella carbonara vegetariana?
Ingedienti per 4 persone:
• 280 g di spaghetti
• 150 g di asparagi
• 1 cipolla bionda
• 200 g di panna di soia
• 1 cucchiaio e ½ di farina di ceci
• 2 bustine di zafferano
• Sale e pepe q.b.
• Olio e.v.o.
Preparazione:
Lavo e pelo gli asparagi, taglio le punte in diagonale e poi a metà e le tengo da parte. Conservo un gambo di sedano intero per la decorazione e taglio gli altri gambi a rondelle spesse circa 3 mm. Scaldo una padella antiaderente, vi verso un filo d’olio e quando è caldo faccio saltare le punte di asparago; le salo e le cuocio ma solo fino a metà cottura, perché devono restare croccanti.
Taglio la cipolla a julienne sottile e la faccio imbiondire in una padella con dell’olio. Unisco i gambi di asparago, salo e cuocio le rondelle saltando di tanto in tanto.
In una ciotolina verso la panna di soia, unisco la farina di ceci, lo zafferano, una presa di sale e abbondante pepe nero grattugiato. Amalgamo tutto e lo tengo da parte.
Faccio cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, poi li scolo ricordandomi di conservare una tazza di acqua di cottura. Li salto nella padella con i gambi e le punte di asparago, verso la crema che ho preparato con la panna di soia. Salto il tutto allungando con dell’acqua di cottura, fino a ottenere la cremosità desiderata.
Con un pela patate ricavo dei fili di asparago crudo con cui decorare la carbonara, poi servo il tutto caldissimo.
lunedì 23 luglio 2012
Riso Carnaroli
Non tutte le varietà di riso si prestano alla preparazione di un risotto. Servono la giusta quantità di amido, la giusta tenuta alla cottura, la giusta grana.
Carnaroli ha il chicco tondeggiante e trasparente. Richiede 15 - 20 minuti di cottura. Lo si trova brillato o integrale.
Il riso Carnaroli è originario di Pavia, Novara e Vercelli: tradizionalmente viene usato per preparare il risotto ed è diverso dal più comune riso Arborio perché contiene più amido, ha una consistenza più soda e il chicco più lungo. Altra caratteristica importante è che tiene la cottura meglio rispetto ad altre varietà di riso (e sappiamo quanto è importante nella preparazione del risotto!).
Appartiene alla classe del riso "superfino" e spesso è chiamato "Re dei risi". E lo è davvero!
Carnaroli ha il chicco tondeggiante e trasparente. Richiede 15 - 20 minuti di cottura. Lo si trova brillato o integrale.
Il riso Carnaroli è originario di Pavia, Novara e Vercelli: tradizionalmente viene usato per preparare il risotto ed è diverso dal più comune riso Arborio perché contiene più amido, ha una consistenza più soda e il chicco più lungo. Altra caratteristica importante è che tiene la cottura meglio rispetto ad altre varietà di riso (e sappiamo quanto è importante nella preparazione del risotto!).
Appartiene alla classe del riso "superfino" e spesso è chiamato "Re dei risi". E lo è davvero!
martedì 17 luglio 2012
Giovedì 19 - aperitivo per l'Emilia
Vi ricordate? Qualche tempo fa vi ho parlato dei Charity Dinner "Cose buone col cuore" che ho organizzato all'NH Lingotto: giovedì 19 tornano, in una nuova formula più estiva. Dalle 19 il Giardino delle Meraviglie dell'NH (via Nizza 262) ospiterà un apericena con raccolta fondi di Specchio dei Tempi per l'Emilia: i soldi serviranno a ricostruire la distrutta scuola elementare di Sant'Agostino.
Vogliamo consentire a 120 bambini di tornare dietro ai banchi al più presto.
Ci sarà anche Alessandro Fasano, medico con la passione della musica, ad allietarci con la sua musica!Le protagoniste di "Cose buone col cuore" sono state Ladies Chef stellate provenienti da tutt'Italia. 600 partecipanti in 4 serate, circa trentamila euro raccolti (senza contare la lotteria!)
Per la partecipazione alla serata è richiesto un contributo di 25 € a persona, vini compresi.
I biglietti della lotteria saranno in vendita a 5 € e daranno la possibilità ai fortunati estratti di tornare a casa con i bellissimi premi offerti dagli sponsor, ma un solo super fortunato si aggiudicherà l'opera che l'art designer Diego Gugliermetto ha appositamente realizzato: un'incredibile barchetta letterina a Specchio dei Tempi. Allora, è bella o non è bella?
Per informazioni e prenotazioni: 392 8333100
Mi raccomando, non potete mancare: cosa c'è di più bello di un apericena in cui si fa del bene?
Vi abbraccio, tutti e tutte
Monnyb
lunedì 16 luglio 2012
Tarte tatin vegana e senza zucchero
Una ricetta vegana curiosa ma buonissima, ancora dagli chef di Vero Tv:
Ingredienti per un torta per 6 persone:
per la frolla
• 250 g di farina
• 110 g di margarina
• 100 g di malto di riso
• 1 cucchiaino di lievito per dolci
• 1 scorza di limone
per le mele
• 5 mele golden
• 100 g olio di girasole
• 100 g sciroppo d’agave
• 1 rametto di rosmarino
Preparazione:
Ingredienti per un torta per 6 persone:
per la frolla
• 250 g di farina
• 110 g di margarina
• 100 g di malto di riso
• 1 cucchiaino di lievito per dolci
• 1 scorza di limone
per le mele
• 5 mele golden
• 100 g olio di girasole
• 100 g sciroppo d’agave
• 1 rametto di rosmarino
Preparazione:
Praparo la frolla amalgamando la margarina con il malto di riso, dopodiché unisco la farina, la scorza di limone e il lievito. Lavoro il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto omogeneo e liscio. Serro con una pellicola e lascio riposare i frigorifero per almeno un'ora.
Pelo le mele, le taglio in quattro ed elimino il torsolo.
Preparo due padelle antiaderenti in cui metterò l’olio di semi di girasole, lo sciroppo d’agave e il rametto di rosmarino. Posiziono le fette di mela all’interno delle padelle formando una raggera, copro con un foglio di carta da forno e lascio cuocere a fuoco basso per circa 5 minuti. Quando le mele saranno quasi completamente cotte, tolgo la carta forno e alzo al massimo il fuoco. Muovendo la padella di tanto in tanto, lascio caramellare il dorso delle mele. Tolgo dal fornello.
Su un foglio di carta da forno stendo uno strato di pasta frolla dello spessore di circa ½ cm e ricavo la forma della tortiera. Cuocio in forno ventilato a 180° per circa 20 minuti.
Sforno la frolla e la lascio raffreddare. Quando sarà fredda, la tolgo dalla tortiera e uso il foglio di carta da forno che è rimasto sul fondo per posizionarvi le mele; inizio dalla parte vicino ai bordi e cerco di metterle più vicine possibile una all’altra e di disegnare una raggera.
Sistemo il disco di pasta frolla sopra e inforno nuovamente per 5 minuti a 180°.
Tolgo la tarte tatin dal forno, la capovolgo su un piatto e la servo ancora calda.
Maionese vegana al curry
Unìaltra ricettina vegana dagli chef di Vero Tv:
Ingredienti:
• 200 ml di latte di soia
• 280 ml di olio di semi di girasole
• 1 succo di limone
• 1 cucchiaio di curry dolce
• 1 presa di sale
Preparazione:
Ingredienti:
• 200 ml di latte di soia
• 280 ml di olio di semi di girasole
• 1 succo di limone
• 1 cucchiaio di curry dolce
• 1 presa di sale
Preparazione:
Metto il latte di soia freddo nel recipiente del frullatore ad immersione; unisco il sale, il succo di limone e il curry.
Verso lentamente l’olio di girasole nel recipiente del latte e nel frattempo aziono il frullatore. Con dei movimenti dall’alto verso il basso emulsiono il liquidi fino ad ottenere una consistenza cremosa.
La maionese è pronta per essere servita con gli arancini.
Polpettine di riso speziate con mela e finocchio
Ricettina degli chef di VeroTv:
Ingredienti per 4 persone:
• 200 g riso carnaroli
• 1 mela
• 1 finocchio
• 5 cucchiai di farina 00
• 1 cucchiaino di noce moscata
• 1 cucchiaino di paprica dolce
• sale q.b.
• olio di semi (per friggere) q.b.
• olio e.v.o.
Preparazione:
Ingredienti per 4 persone:
• 200 g riso carnaroli
• 1 mela
• 1 finocchio
• 5 cucchiai di farina 00
• 1 cucchiaino di noce moscata
• 1 cucchiaino di paprica dolce
• sale q.b.
• olio di semi (per friggere) q.b.
• olio e.v.o.
Preparazione:
Lesso il riso in acqua salata, cuocendolo qualche minuto in più del tempo consigliato (deve essere abbastanza cotto per amalgamarsi con il resto degli ingredienti).
Lavo il finocchio, elimino la parte più esterna e quella più dura degli steli, ma conservo le foglioline che sono molto saporite. Taglio il finocchio e la parte tenera degli steli a mirepois (cioè a cubetti di circa ½ cm).
Pelo e taglio la mela a mirepoix, la bagno con un po’ di succo di limone per evitare che si attivi il processo di ossidazione e si annerisca.
In una padella antiaderente scaldo un filo d’olio e faccio saltare a fuoco vivo i finocchi; dopo qualche secondo salo e continuo a saltare. Lascio i finocchi abbastanza croccanti e a cottura ultimata aggiungo la paprica. Salto ancora e poi metto da parte.
Cuocio i cubetti di mela nello stesso modo e alla fine aggiungo la noce moscata.
Nel frattempo avrò messo a scaldare l’olio di semi per friggere in una casseruola con i bordi alti.
In una bacinella unisco il riso, i cubetti di finocchio e mela e due cucchiai farina. Impasto il tutto e formo delle polpettine con le mani o, con l’ausilio di due cucchiai, creo delle quenelle. Le passo nella farina e friggo nell’olio bollente. Scolo le polpettine quando saranno dorate e croccanti e le servo accompagnate da maionese al curry.
domenica 15 luglio 2012
Il monnypensiero - famiglia e cucina
Comunichiamo con la nostra famiglia attraverso la tavola o la cucina: non rinunciamo a sederci attorno al tavolo con i nostri figli, ritroviamo alcune piccole cose che ci faranno stare assieme. Non so, per esempio ricominciamo ad apparecchiare la tavola insieme: ci fa collaborare, partecipare, e crea nei nostri bambini la voglia di assaggiare e vedere cosa porteremo loro sulla tavola. E magari lasciamo che con la fantasia si dia un tocco di originalità alla tavola!
venerdì 13 luglio 2012
“panna cotta “ di burrata con tartare e coulisse di fragole alla menta
Un ottimo dessert dei nostri chef di Vero Tv!
Ingredienti:
• 200 gr di burrata
• 200 gr di latte
• 15 gr di colla di pesce
• 150 gr di zucchero
• 1 stecca di vaniglia
• 200 gr di fragole
Preparazione:
Ingredienti:
• 200 gr di burrata
• 200 gr di latte
• 15 gr di colla di pesce
• 150 gr di zucchero
• 1 stecca di vaniglia
• 200 gr di fragole
Preparazione:
Faccio bollire il latte con lo zucchero e la polpa di vaniglia e poi aggiungo la colla di pesce ammollata. Verso il tutto aggiungendo la burrata in un blender e frullo bene.
Metto in uno stampino e lascio in frigo per 3 ore.
Faccio una tartare di fragole fresche e ne frullo altre con la menta.
Servo in un piatto con l'accompagnamento della tartare e del coulis.
Crema fredda di burrata con olio alle fragole e basilico e croccantini di pane
Ancora una ricetta dei nostri chef!
Ingredienti:
• 200 gr di burrata
• Olio evo
• Sale pepe
• Acqua calda
• 80 gr di fragole
• 10 gr aceto bianco
• 6 foglie di basilico
• 4 fette di pane
Preparazione:
Ingredienti:
• 200 gr di burrata
• Olio evo
• Sale pepe
• Acqua calda
• 80 gr di fragole
• 10 gr aceto bianco
• 6 foglie di basilico
• 4 fette di pane
Preparazione:
Tosto in forno il pane a dadini condito, con dell'olio e del sale. Frullo la burrata con olio, sale, pepe e acqua calda e la tengo tiepida.
Con il minipimer emulsiono le fragole, il basilico, l'olio e l'aceto.
Metto in fondina la burrata, poi condisco con l'olio alle fragole e aggiungo i croccantini di pane.
Risotto alle fragole mantecato alla burrata
Ancora qualche ricettina degli chef ospiti di Vero Tv
Ingredienti:
• 350 gr di riso carnaroli
• 200 gr di burrata
• 100 gr di fragole
• Brodo vegetale
• 50 gr vino bianco
Preparazione:
Ingredienti:
• 350 gr di riso carnaroli
• 200 gr di burrata
• 100 gr di fragole
• Brodo vegetale
• 50 gr vino bianco
Preparazione:
Frullo metà delle fragole. Tosto il riso senza grassi, poi lo sfumo con il vino bianco, porto a cottura con il brodo come un classico risotto.
Una volta cotto faccio mantecare con la burrata e la purea di fragole: servo nel piatto e decorare con una brunoise di fragole fresche
Burrata
La burrata è un formaggio a pasta filata prodotto da latte vaccino. La sua particolarità consiste nel fatto di essere un formaggio a doppia struttura: l'involucro esterno è infatti composto da un foglio di pasta di mozzarella, mentre l'interno è formato da burro di siero.
La burrata è un formaggio di recente invenzione: sarebbe stata creata nei primi decenni del 1900 dal caseificio di Andria (Puglia) allo scopo di riciclare i residui di pasta filata della lavorazione, oltre che il siero.
Era un prodotto povero costruito appunto partendo dagli scarti della lavorazione della mozzarella, modellati a costituire l'involucro esterno per contenere il burro, anch'esso ottenuto per centrifugazione dal siero di latte, ossia dallo scarto della lavorazione del formaggio, dal quale si produce anche la ricotta.
Considerata oggi una vere prelibatezza, la sua lavorazione è piuttosto semplice. Per produrre la burrata si parte da un foglio di pasta filata spesso un centimetro, che tramite soffiatura di aria (con macchinari che filtrano e sterilizzano l'aria) viene modellato e sagomato fino ad ottenere la forma di un sacchetto.
A questo punto si unisce la farcitura e si riempie il sacchetto che, al termine dell'operazione, viene chiuso e legato con un nodo all'apice. La chiusura viene eseguita a caldo, durante la filatura, in modo tale da risultare ermetica.
La burrata viene quindi immersa in salamoia per qualche minuto e confezionata in sacchetti o in vaschette di plastica: è già pronta per essere commercializzata.
L'interno della burrata, la farcitura, è detta «stracciatella» perchè i pezzi di pasta filata vengono stracciati a mano.
Conservare
Rigorosamente in frigorifero, max +4ºC. Non forare la confezione.
La consistenza della burrata è morbida e cremosa, il profumo ricorda quello della panna fresca, dal sapore dolce e delicato. Facilmente deperibile, una volta acquistata va conservata in frigorifero e possibilmente consumata entro poche ore dalla produzione.
La burrata non è un formaggio magro, ma non ha così tante calorie come si potrebbe pensare: fornisce più o meno le stesse calorie della mozzarella di bufala.
martedì 10 luglio 2012
Il monnypensiero - Surgelati
Spesso pensiamo che, acquistando i surgelati, acquistiamo anche la freschezza dei prodotti. Però ci sono certi accorgimenti che dobbiamo sempre seguire: vi do qualche consiglio, sono piccole cose a cui sto sempre attenta.
• Acquistiamo in banchi frigo chiusi
• Facciamo attenzione che la confezione non sia coperta di brina
• Usiamo una busta termica per il trasporto
• Rispettiamo le date e i consigli delfornitore
• Teniamo sempre pulite le pareti del congelatore
• Non ricongeliamo prodotti scongelati (tranne dal crudo al cotto)
• Una volta scongelati consumiamo i prodotti entro 24 ore
• In caso di blackout verifichiamo sul libretto di istruzioni: l'autonomia sarà tra le 6 e le 12 ore. Mi raccomando, non apriamo lo sportello!
• Se congeliamo in modo domestico usiamo i contenitori e i sacchetti adatti e ricordiamoci di scriverci sopra il contenuto e la data.
• Usiamo una busta termica per il trasporto
• Rispettiamo le date e i consigli delfornitore
• Teniamo sempre pulite le pareti del congelatore
• Non ricongeliamo prodotti scongelati (tranne dal crudo al cotto)
• Una volta scongelati consumiamo i prodotti entro 24 ore
• In caso di blackout verifichiamo sul libretto di istruzioni: l'autonomia sarà tra le 6 e le 12 ore. Mi raccomando, non apriamo lo sportello!
• Se congeliamo in modo domestico usiamo i contenitori e i sacchetti adatti e ricordiamoci di scriverci sopra il contenuto e la data.
domenica 8 luglio 2012
Pesto menta e nocciole
Estate: tempo di erbe, di piatti colorati e gustosi senza essere troppo pesanti... Sul balcone, o per i più fortunati nell'orto, spesso teniamo la menta: e allora perché non provare un "finto pesto"? Una ricetta semplice semplice per un piatto che vi farà fare una bellissima figura!
Ingredienti:
• 500 gr di spaghetti
• Menta fresca (circa 30 gr di foglioline)
• Nocciole (circa 50 gr)• Olio di nocciole (ma se non l'avete va bene anche di oliva)
Preparazione:
Faccio tostare le nocciole e lavo e asciugo bene la menta. Riduco in granella sette o otto nocciole e metto da parte; metto le rimanenti nel mixer con la menta, frullo per qualche minuto e aggiungo olio in abbondanza. Impiatto e spolvero di granella di nocciole.
sabato 7 luglio 2012
Senape
La senape
La senape è una pianta erbacea originaria dell’Asia, presente e coltivata tutt’oggi nel bacino Mediterraneo. Viene piantata nella stagione primaverile e i semi si raccolgono verso la fine dell’estate, per ricavare, macinandoli, la salsa di senape.
In natura esistono diversi varietà di senape, ma quelle più coltivate sono: la bianca, la nera, la bruna e la selvaggia
Comprarla
La senape più utilizzata in Italia è una preparazione in crema ottenuta dalla miscelazione di semi bianchi e neri ridotti in polvere e mischiati con altri ingredienti: viene utilizzata principalmente per accompagnare ed insaporire la carne.
In natura esistono diversi varietà di senape, ma quelle più coltivate sono: la bianca, la nera, la bruna e la selvaggia
Comprarla
La senape più utilizzata in Italia è una preparazione in crema ottenuta dalla miscelazione di semi bianchi e neri ridotti in polvere e mischiati con altri ingredienti: viene utilizzata principalmente per accompagnare ed insaporire la carne.
Conservarla
La senape in crema si conserva in frigorifero in un recipiente ben chiuso, poiché a temperatura ambiente diventerebbe insipida; la polvere di senape e i semi essiccati si conservano in un barattolo chiuso in un luogo asciutto e al riparo dal calore.
La senape in crema si conserva in frigorifero in un recipiente ben chiuso, poiché a temperatura ambiente diventerebbe insipida; la polvere di senape e i semi essiccati si conservano in un barattolo chiuso in un luogo asciutto e al riparo dal calore.
Curiosità
I semi di senape polverizzati si usano come deodorante per lavare le mani dopo aver maneggiato cipolla, candeggina, pesce o qualunque sostanza dall'aroma forte e non troppo gradevole; vengono usati anche per levare il cattivo odore alle stoviglie.
La senape, in modo simile al peperoncino, provoca irritazione locale.
Nell'antichità, per calmare i dolori muscolari e reumatici, veniva applicata sulla pelle la pasta di senape che alleviava il malessere grazie alla sua proprietà di stimolare il flusso sanguigno.
Un tempo si usava un impiastro di senape che provoca un effetto emolliente, cura i raffreddori e allevia il dolore di artriti, reumatismi e geloni.
venerdì 6 luglio 2012
Tartare di vitello con crema di piselli, melone e scaglie di grana
E ancora un'ottima ricetta degli chef di Vero Tv!
Ingredienti:
• 250 gr di fesa di vitello
• 200 gr di piselli freschi sgranati
• 1 fetta di melone
• 1 cipolla
• Brodo vegetale
• 40 gr di olio evo
• 20 gr di burro
• 10 gr di senape
• 10 gr di aceto balsamico
• 60 gr di scaglie di grana
• 6 foglioline di menta
Preparazione:
Ingredienti:
• 250 gr di fesa di vitello
• 200 gr di piselli freschi sgranati
• 1 fetta di melone
• 1 cipolla
• Brodo vegetale
• 40 gr di olio evo
• 20 gr di burro
• 10 gr di senape
• 10 gr di aceto balsamico
• 60 gr di scaglie di grana
• 6 foglioline di menta
Preparazione:
Taglio la cipolla alla julienne e la faccio stufare con il burro; aggiungo i piselli, allungo con il brodo vegetale e faccio cuocere.
Frullo il tutto con l'aggiunta della menta e passo allo chinois.
Taglio al coltello la carne, la condisco con olio, sale, pepe, senape e aceto balsamico. Taglio a dadini il melone.
Metto sul fondo del piatto la crema; al centro metto la tartare e sopre la brunoise di melone, poi decoro con scaglie di grana
Gnocchetti di pane con julienne di vitello al rosmarino e piselli
Ancora una ricetta deliziosa da Vero Tv e soprattutto dagli chef ospiti:
Ingredienti:
• 200 gr di pan grattato
• 200 gr di farina
• 2 uova
• 50 gr di latte
• 200 gr di fesa di vitello
• 30 gr di burro
• Rosmarino
• 200 gr di piselli
• 40 gr di vino bianco
• Sale, pepe
• 20 gr di grana
Preparazione:
Ingredienti:
• 200 gr di pan grattato
• 200 gr di farina
• 2 uova
• 50 gr di latte
• 200 gr di fesa di vitello
• 30 gr di burro
• Rosmarino
• 200 gr di piselli
• 40 gr di vino bianco
• Sale, pepe
• 20 gr di grana
Preparazione:
Impasto la farina, il pangrattato, le uova, il latte e regolo di sale.
Formo dei filoncini con l'impasto e taglio degli gnocchetti.
Taglio la carne alla julienne, la rosolo in padella con del burro e poi aggiungo i piselli; sfumo con il vino bianco e porto a cottura, regolando di sale e pepe.
Cuocio in acqua salata gli gnocchetti, li trasferisco in padella con la salsa e faccio mantecare, dopodiché aggiungo il trito di rosmarino, spolverizzo con un po' di grana e servo.
Vitello cotto al rosa con purea di piselli e liquirizia
Ecco un'altra delle meravigliose ricette che i nostri chef preparano su VeroTv:
Ingredienti:
• 600 gr di tournedos di vitello
• 20 gr di olio
• 40 gr di burro
• 50 gr di vino rosso
• Sale e pepe
• 300 gr di piselli
• 1 cipolla
• Liquirizia
Preparazione:
Faccio sudare in padella con il burro la cipolla con i piselli; regolo di sale e pepe e poi aggiungo la liquirizia in polvere. Frullo il tutto ricavando una purea grossolana che terrò in caldo.
Infarino i tournedos di vitello, li faccio rosolare con un filo di olio e burro; sgrasso il fondo e sfumo con il vino rosso. Faccio ridurre.
Scaloppo il tournedos, adagio due quenelle di purea-salsa e e finisco guarnendo con polvere di liquirizia.
giovedì 5 luglio 2012
Il vitello
Il bovino
I bovini servono per la produzione di latte, carne e in passato erano anche un indispensabile aiuto nel lavoro nei campi.
I bovini servono per la produzione di latte, carne e in passato erano anche un indispensabile aiuto nel lavoro nei campi.
A seconda dell'età a cui avviene la macellazione, del sesso dell'animale, dell'alimentazione e dei tagli si ottengono carni diverse per gusto, proprietà nutritive, grassi e usi in cucina. Alcuni tagli sono comuni al bovino adulto e al vitello o vitellone. Che differenza c'è tra un taglio di manzo e uno di vitellone? Il primo ha un sapore più marcato e grasso, il secondo più delicato (ma sempre presente) e leggero. Il filetto di vitellone, quindi, è una delle parti più pregiate della carne bovina.
Il vitello macellato tra i 5 e i 7 mesi ha una carne tenera (anche per via della sua alimentazione a base di latte), poco grassa e di colore rosa chiaro.
Vorrei soffermarmi un minuto sul taglio di carne anteriore: comprare i quarti anteriori (la spalla) della bestia è un modo per risparmiare: se molti chiedessero questi pezzi sarebbe un bel modo per calibrare i prezzi!
Comprare
La carne deve avere un aspetto limpido, ma non essere troppo brillante. Naturalmente scartiamo la carne che comincia da avere un colore grigio verdastro!
Cerchiamo pezzi di peso uniforme per una migliore cottura; la superficie del taglio deve essere fresca e umida, ma evitiamo la carne bagnata e viscida al tatto.
I tagli magri naturalmente durano più di quelli grassi, perché il grasso diventa rancido prima.
La carne deve avere un aspetto limpido, ma non essere troppo brillante. Naturalmente scartiamo la carne che comincia da avere un colore grigio verdastro!
Cerchiamo pezzi di peso uniforme per una migliore cottura; la superficie del taglio deve essere fresca e umida, ma evitiamo la carne bagnata e viscida al tatto.
I tagli magri naturalmente durano più di quelli grassi, perché il grasso diventa rancido prima.
Comprare la carne di qualità vale la pena: spendiamo un po' di più, ma sappiamo che i bovini sono allevati naturalmente e sappiamo che la loro carne sarà più buona.
Conservarla
Togliere la carne dalla carta e metterla su un piatto o su un vassoio per trattenere il sangue; coprirla e riporla nella parte più fredda del nostro frigo.
I pezzi piccoli e ancor più la carne tritata vanno consumati il giorno stesso, quelli piu grandi come le bistecche e gli arrosti durano 2/3 giorni.
I pezzi piccoli e ancor più la carne tritata vanno consumati il giorno stesso, quelli piu grandi come le bistecche e gli arrosti durano 2/3 giorni.
Se dobbiamo congelare la carne è bene farlo subito, per evitare che perda succulenza.
Conservato in freezer, il vitello va consumato entro 6 mesi
Conservato in freezer, il vitello va consumato entro 6 mesi
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